La nostra Storia
Il podere I Sodi viene acquistato nel 1973 dalla famiglia Casini.
Ivo, il padre dei tre fratelli Giancarlo, Danilo e Franco attuali proprietari, nativo del vicino paese di Monti e profondo conoscitore della zona e di tutte le sue peculiarità, da tempo meditava l’acquisto de I Sodi che era di proprietà della Curia Arcivescovile di Arezzo e che si trovava disabitato ormai da diversi anni. La sua volontà, insieme a quella dei figli, di produrre direttamente vino di pregio oltre al commercio dello stesso che si tramandava già dalla generazione precedente, fu l’impulso decisivo che consentì finalmente la definizione dell’acquisto e l’inizio dei lavori.
La scelta del luogo si rivelò infatti ottima grazie alla perfetta esposizione al sole che bacia tutte le vigne dall’alba sino al tramonto, i pendii dolci che non creano zone svantaggiate e la presenza di un ideale microclima dove il riparo delle colline sul versante di nord-est si contrappone al dolce digradare delle stesse verso sud-ovest annullando praticamente il rischio di gelate tardive e creando al tempo stesso il giusto sbalzo termico notte-giorno tanto utile per una corretta maturazione delle uve.
Il terreno è composto da un ottimo scheletro sassoso abbinato ad una diffusa presenza di piccole vene di acqua poco profonde che anche nei periodi più siccitosi riescono egregiamente ad alleviare in modo significativo lo stress da calore.
I lavori iniziarono con l’impianto nell’arco di quattro anni di nove ettari di vigneto e di tre di oliveto. La prima annata ad essere imbottigliata fu il 1978; sempre in quegli anni si inizió ad allestire la cantina mediante il restauro dei vecchi locali già adibiti a tale uso, unitamente al recupero di altri vani. Nel 1982 si procedette alla realizzazione di un nuovo e più ampio locale dedicato esclusivamente all’imbottigliamento ed allo stoccaggio del prodotto finito.
Fra il 1995 ed il 1996 sono state rinnovate tutte le botti di cantina al fine di migliorare ulteriormente la qualità del prodotto, mantenendo l’uso delle botti “grandi” (hl. 40) da sempre tradizione della zona. Negli ultimi anni si è iniziato anche l’invecchiamento di piccole quantità in fusti di rovere di piccola capacità in special modo per l’affinamento dei vini più prestigiosi.